Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

14.8.10

SE NIENTE IMPORTA

Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?

Jonathan S. Foer
2010- Guanda Editore




Ogni volta che si prende una decisione sul cibo si compie un atto agricolo per delega.





Tanto per fare un esempio: sono 50 milioni i polli allevati in maniera intensiva nel mondo.
Il loro ciclo di vita dura 39 giorni, vengono uccisi non ancora adolescenti. Appena nati li affamano per obbligarli ad accettare cibo innaturale che sia quello che farà aumentare il loro peso.
Prima c’erano centinaia di varietà di polli e tacchini sul pianeta, ora ne è rimasta una sola, quella selezionata appositamente per sopravvivere alle torture dell’allevamento intensivo. Persino l’allevamento cosiddetto biologico viene fatto con lo stesso tipo di polli e tacchini che oramai la sofferenza l’hanno nei geni.
L’alta domanda di proteine animali e prodotti latteo-caseari ha indotto progressivamente i cambiamenti nelle pratiche di allevamento ed è oggi il fattore primario che influisce sulle zoonosi emergenti. Una delle nostre fissazioni è quella di procurarci cibo a basso costo. Per le strategie di mercato la carne dovrà costare sempre di meno intanto che altri generi cresceranno di prezzo secondo i ritmi di aumento della vita.
Però chi non vuole spendere troppo per la carne farebbe meglio a non mangiarla affatto.
La morte prematura dei polli per malattia ne fa finire a migliaia negli inceneritori; e nelle vasche di sbollentatura e raffreddamento, l’acqua impregnata di feci, sangue e pus, finisce di contaminare le carni di quelli che riescono a raggiungere la fine del loro pur breve ciclo di vita.
Siamo tutti restii ad interessarci dei problemi fintanto che non ci toccano personalmente.
Ci spaventiamo quando sentiamo parlare di mucca pazza, peste suina, influenza aviaria, SARS e quant’altro, ma appena ci sembra scongiurato il pericolo, ci rimettiamo il cuore in pace e via..
Il collegamento fra allevamenti intensivi e le pandemie degli ultimi tempi è lampante.
Roy Lichtenstein
Ma oltre ai rischi concreti per la salute dovremmo prendere coscienza anche del fatto che gli animali non sono creature secondarie messe al nostro servizio. Hanno capacità cognitive e memoria, pensano e soffrono. E la loro sofferenza non è di qualità inferiore alla nostra. Non concentriamoci solo sull’ultimo istante dell’uccisione, ma sull’intera vita dell’animale. Nulla di ciò che facciamo può provocare direttamente tanta sofferenza quanto il nutrirsi di carne. Il valore di questo libro sta dunque nel fare da ponte tra l’inconsapevolezza miope di coloro che mangiano tenendo presenti solo i dettami nutrizionali e calorici, e il grave problema sollevato dalle abitudini alimentari delle società avanzate che privilegia risorse  rappresentate all’ 80 per cento da altri esseri viventi.

Oggi si fa la spesa in modo automatico gettando tanta roba nel carrello, concentrati solo sul conto finale da pagare alla cassa. Le carni sono presentate sui banchi molto spesso già disossate, modellate, abbellite in modo invitante con rametti aromatici o già infilzate sugli spiedini, sigillate e confezionate in modo anonimo nelle loro piccole bare da imballaggio, senza odori né visioni sanguinolente. La maggioranza della gente non si confronta con il fatto spiacevole che il cibo di origine animale, compresi latticini e uova implicano l'uccisione di esseri viventi e la maggior parte non ha idea di quello che succeda all'interno delle industrie che producono questi alimenti. Di sicuro qualsiasi consumatore inorridirebbe se sapesse come funzionano e al  pensiero di trovarsi nel piatto pezzi di cadavere di animali nati in cattività, spesso per inseminazione artificiale, tenuti in vita tra inimmaginabili sofferenze, in condizioni innaturali, ammassati uno sull'altro, senza aver mai visto un filo d'erba.
E poi ancora ingozzati di mangimi studiati appositamente per accelerarne la rapida crescita, imbottiti di antibiotico e ormoni, trasportati al macello sotto stress  e poi lasciati spietatamente a dissanguare vivi o finiti in modo barbaro con una scarica elettrica o un chiodo conficcato in testa. 

Questo cibo non solo è orribile immaginarselo nel piatto, ma è nocivo, saturo com'è di mangime chimico, di farmaci somministrati senza controllo, dell' adrenalina scatenata dallo stress e dalla paura, un mix tossico micidiale che passa nel nostro sangue e DNA.
Forse seduti sul seggiolone da piccoli giravamo istintivamente la testa e storcevamo il naso davanti al boccone necessario per crescere che ci allungava la mamma, ma avendoci poi fatto l’abitudine continuiamo ad aspettarci la fettina nel piatto tutti i santi giorni, anche se l'apporto proteico è ormai superfluo e perfino dannoso alla salute.
Lo testimonia la natura: gli animali più forti, spesso utilizzati anche dall’uomo per compiti che richiedano grande energia, sono gli erbivori: elefanti, cavalli, asini, tori e cervi ecc, mentre i carnivori, usano le loro energie aggressive solo per la caccia, e trascorrono spossati il resto della giornata in uno stato di fiacchezza letargica.
Il libro si propone abbastanza umilmente, attraverso la buona scrittura di un autore che ha già conquistato la sua credibilità presso il pubblico, di avvicinare i lettori a queste problematiche e a prendere atto dei metodi cruenti di allevamento intensivo istituiti per fare fronte alla sconsiderata richiesta di proteine animali. Ciò che non è abbastanza chiaro per nessuno è la portata della nostra complicità come singoli consumatori, con il comportamento delle grandi imprese che è sempre consequenziale alle decisioni che noi prendiamo. Le nostre scelte quotidiane sono quindi in grado di plasmare il mondo.


Forse in Italia il problema sembra ancora remoto per coinvolgerci pienamente, ma non è così, la bomba è già stata innescata; non tutto quello che succede nel backstage ci viene raccontato, soprattutto le verità scomode che potrebbero nuocere al portafoglio delle potenti multinazionali e delle grandi aziende di distribuzione.
Ma chi ci garantisce, visto che il mondo avrà risorse sempre più scarse, che un domani non possa essere qualcuno di noi a rappresentare una fonte alimentare alternativa per chi sarà in grado di sopraffarci ?
Renato Guttuso
Una delle maggiori opportunità di vivere i nostri valori, oppure tradirli, sta nel cibo che decidiamo di mettere nei nostri piatti, oggi.

mca





lettera aperta @ Signor Fabricio " l’uomo è una bestia malvagia"

Caro Signor Fabricio mi duole MMMHolto che lei ci paragoni a dei semplici vegetali MMMH

Non vorrei sembrarle insensibile ma Le pare che la loro vita emotiva possa essere messa alla stregua della nostra MMMH
Anche noi ci siamo evoluti nel tempo come voialtri umani si fa per dire siamo diventati più intelligenti del nostro bisnonno Dino  
Lei lo sa che noi procreiamo allattiamo cresciamo la nostra figliolanza fintanto che non è autonoma proprio come voi uMMMHani non tutti e in più siamo collaborativi con voi nel lavoro essendo in grado di capire e eseguire i vostri comandi
Ha mai provato ad impartire un ordine ad una pianta
Ha per caso sentito urlare di dolore una spiga di grano o una piantina di riso quando vengono raccolte
Almeno fintanto che dura il loro ciclo vitale stanno gioiosamente libere nel vento con la pioggia e con il sole e nessuno le disturba, cosa che non capita a noi
E poi non esce il sangue e non smette di battere un cuore quando vengono recise
Se l’uomo non le estirpasse morirebbero ugualmente senza vantaggio per nessuno
MMMH noi il sole non lo vediamo MMMHai, stiamo con la luce elettrica sempre, quella cosa costosa che avete inventato voi stupidi per sovvertire le leggi del giorno e della notte che bisogno c'era
EEHMM certo voi di notte state svegli c’avete un sacco di cose interessanti da fare e caso mai recuperate il sonno di giorno se siete stanchi  Avete anche tanto da pensare poi 
Infatti di strada ne avete fatta un sacco sì col treno gli aerei i missili le bombe atomiche
Volevo anche dirLe che l’uomo non è nato per nulla carnivoro come lei dice
Infatti nella dentatura dell’uomo primitivo non c’è la presenza dei canini che si sono sviluppati solo in un secondo periodo
L’uoMMMMHo si è adattato a mangiare la carne per non dover patire la fame per lunghi periodi  attendendo la crescita delle piante
La cosa che sa fare meglio è infatti liberarsi della sofferenza sua a danno di tutti gli altri 
La MMMHi scusi lo sfogo sa ma ho appena assistito allo spettacolo de la mi' moglie decapitata e lasciata lì ad agonizzare per ore 

Vuole la foto Peccato non è a colori
Eccola
MMMHaremma ladra














 Risposta @ risposta signor Fabricio







Caro Signor Fabricio
Ho letto la Sua risposta nei commenti grazie
Che succede Lei sembra così arrabbiato
Qualcuno ha calpestato le sue aiuole o il cagnolino ha spisciacchiato nell’orto sui suoi pomodori Può essere che c’abbia il dente avvelenato per la foresta amazzonica del Brasile che gliela stanno disboscando tutta un po’ alla volta

Sì ma allora se la pigli con i suoi simili per favore mica con noi cosa c’entriamo

Comunque sappia che non divoriamo per niente quintalate d’erba come Lei sembra sostenere che di pascolo noi non se ne vede uno nella vita nemmeno da lontano

Noialtri mica si vive allo stato libero che crede

Si nasce nei superallevamenti grazie all’inseminazione artificiale e il nostro cibo è mangime industriale da voi studiato apposta per aumentare il più possibile il nostro peso e poterci ammazzare in fretta e con più guadagno

Il guaio vostro cari umani è che agite senza punto criterio e pretendete roba troppa con spesa poca impostando tutto secondo regole vostre

Mi dica Lei se abbiamo noi qualche possibilità di scelta alternativa cosa possiamo decidere costretti come siamo in schiavitù cornuti e mazziati insieme tanto per dirla a modo vostro

Se davvero per Lei sta unicamente nel sangue se scorre oppure no tutta la differenza fra il patimento di un animale e quello presunto di un fiore reciso, allora sono io a dirLe che dovrebbe mostrare più rispetto per la sofferenza da qualunque parte essa scaturisca
La mi scusi ma sono talmente imbufalito che persino di muggire mi son dimenticato

Le allego a testimonianza due esempi di vite recise
MMMHaremma ladra






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7 commenti:

  1. Cara Cris, sono d’accordo che, nei paesi opulenti – che stanno comunque diminuendo rapidamente, vedi l’Italia – si mangi troppa carne. Per una alimentazione più sana ne basterebbe certamente di meno.
    Ma il problema che tu poni è più ampio. Tu scrivi che gli animali carnivori spendono tutte le loro energie per andare a caccia e poi sono apatici per il resto del tempo. Anche l’uomo, però, è sempre stato un animale carnivoro, passava gran parte del tempo andando a caccia con lancia e frecce, ma quanta strada ha fatto!!. Non conosco animali erbivori che ne abbiano fatta altrettanta.
    Sembra poi che tu consideri esseri viventi solo gli animali. Perché non anche i vegetali?
    Noi seminiamo ampie distese di grano, di riso, di cotone etc, orti, e poi, senza pietà, c’impossessiamo, sradicando dal suolo, cioè uccidendo le piante, di tutto ciò che, con miracoloso processo, era cresciuto verso il cielo. A parte la mancanza di sangue, che differenza c’è con l’allevamento di animali?
    E se gli animali allevati sono probabilmente nutriti in modo insano, che ne dici delle pratiche agricole a base chimica?
    Purtroppo penso che la risposta a tutto è: l’uomo è una bestia malvagia.
    Ciao, Fabricio

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  2. cris@Fabricio
    non volevo sottovalutare altri aspetti parimenti importanti sul tema dell'alimentazione, come quello dell'uso dei pesticidi.
    qui ho solo voluto presentare un libro che ho letto e mi sento di consigliare a chi sia sensibile al problema della sofferrenza degli animali e che poi di fatto dedica un paio di capitoli anche a questo argomento.
    Il guaio è che non posso trattare tutto in modo approfondito. il mio scopo è principalmente quello di attirare l'attenzione su cose che forse la meritano; l'approfondimento delle tematiche può comunque arrivare in un secondo tempo, con la collaborazione attiva di chi sia interessato.
    a proposito: c'è una risposta al tuo commento che ho aggiunto come appendice al blog di sopra.
    nello spazio commenti non ci entrava.
    ciao

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  3. Cara Cris, qui di seguito la risposta al tuo amico toro, con preghiera di pubblicazione.

    La foto che lei ha postato fa davvero inorridire; mi ha ricordato quegli steli fragili a cui è stato violentemente asportato il meraviglioso fiore: la differenza è appunto nel sangue, che tanto terrorizza gli uomini quanto li attira. E’ anche interessante come lei disprezza quei vegetali che divora a quintali e senza i quali non ci sarebbe toro che tenga.
    Chi le ha detto che le piante non provino piacere o sofferenza? Mi ricordo di aver letto una volta di uno studio fatto in Brasile, in cui si era scoperto che le piante emanano un aura, che muta a seconda di ciò che avviene nelle loro vicinanze. Non so se quello studio è stato approfondito, ma certo non mi sembra corretto non aver dubbi sulla eventuale sensibilità dei vegetali. E’ vero che lei ed i suoi simili collaborate in vari modi con gli umani, ciò vi è possibile perché vi muovete e avete un certo grado di intelligenza. Le piante sono intelligenti? Forse no, ma che importa, credo che alla fine siano più “felici” di noi animali. Per finire, io e lei, se non ci fossero le piante, non esisteremo, le piante possono vivere benissimo senza di noi. Abbia maggior rispetto per le piante, prima di chiedere agli umani di aver maggior rispetto per lei. La saluto con un cordiale MuuuuuuH! Fabricio

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  4. cris@Fabricio
    certo, credo anch'io che le piante siano più felici degli animali e della maggior parte di noi "umani".
    se credessi in qualcosa, e nello specifico nella reincarnazione, vorrei rinascere ULIVO, splendida pianta resistente e generosa, che abbellisce tutte le regioni mediterranee, soprattutto le isole, e con la quale mi identifico facilmente perchè è un po' contorta come so di essere anch'io.
    nasce in posti baciati dal sole e può vivere anche fino a 300 anni, ornamento di panorami silenti con vista propicente il mare, spesso custode di antiche vestigia.
    ciao

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  5. Cara Cris, forse mi sbaglio, ma non credo che sia prevista una reincarnazione in una pianta, solo in animali.Se così è, addio al tuo sogno di rivivere in un ulivo ed al mio di rinascere sequoia. Ma se così è, perchè è così? dammi una spiegazione. Ciao, Fabricio

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  6. @Fabricio
    che spiegazione ...vorrei saperlo anch'io.
    comunque non ti pare plausibile che ci si possa reincarnare in una pianta visto che polvere siamo e polvere ritorneremo?
    Boh, magari io invece di rinascere ULIVO rinascerei CACTUS, destinata a convivere con scorpioni e serpenti (come punizione per essere stata sempre troppo pungente).
    nell'incertezza continuo a prediligere l'ipotesi del NULLA assoluto, idea molto più riposante

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  7. Condivido in pieno la tua idea del NULLA. Ciao, Fabricio

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